La maggior parte dei brevetti mondiali che mirano a rendere la plastica un materiale più sostenibile, anche con importanti azioni di riciclo, arriva dall’Europa. Nel decennio tra il 2010 e il 2019, infatti, l’Europa ha rappresentato il 30% dei brevetti totali nel settore.
Un dato importante ricavato dal recente report dell’Ufficio Brevetti Europeo (EPO, scaricabile qui), stilato a fine 2021: “Brevetti per la plastica di domani: tendenze nell’innovazione globale nel riciclo, nel design circolare e nelle fonti alternative” (da Sole 24 ore).
Capofila è la Germania, che registra la quota più elevata di attività brevettate (32%), seguita da Francia (17%), Paesi Bassi (11%) e Italia (4%).
In particolare, l’Italia ha raggiunto il 4° posto nelle tecnologie di riciclo della plastica, dopo Germania, Francia e Olanda, e vanta il secondo più alto grado di specializzazione nel recupero dei rifiuti e nel riciclo meccanico.
Quali sono le principali aziende europee che hanno richiesto brevetti per il riciclo della plastica?
Eccone alcune.
Michelin
La multinazionale francese, da sempre impegnata a ridurre lo spreco, sta continuamente testando la produzione di pneumatici che mantengano prestazioni eccellenti anche con materiali più sostenibili, come imballaggi e bottiglie in plastica riciclati.
Basf
Il riciclo come chiave fondamentale per limitare l’impatto ambientale e avviare positive attività di economia circolare: in quest’ottica l’azienda tedesca è concentrata nella progettazione di soluzioni innovative, che aiutino anche il riciclo meccanico della plastica.
Solvay
L’azienda è specializzata nella produzione di additivi polimerici e tecnologie stabilizzanti che possano rallentare il degrado dei materiali plastici, rendendone molto più agevole ed efficace il riciclo.
ENI
Da tempo focalizzata su una strategia circolare seguendo il modello della fondazione Ellen MacArthur, ENI sta investendo in maniera particolare sul riuso e recupero dei materiali plastici, sviluppando in maniera costante nuove tecniche per il riciclo dei rifiuti.
Fater SpA
L’azienda ha avviato la fase di sperimentazione di una macchina per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, con l’obiettivo di recuperare i rifiuti per generare nuove materie prime seconde. Da una tonnellata di rifiuto, infatti, si potranno recuperare ben 150 chilogrammi di plastica di elevato valore, destinata ad essere riutilizzata per realizzare nuovi prodotti.
LyondellBasell
Tra i firmatari dell’Alleanza Europea per la Plastica Circolare e da tempo impegnata in progetti di sostenibilità, l’impresa sviluppa sistemi di riciclo meccanico avanzato per incentivare l’economia circolare e prevenire l’inquinamento causato dai rifiuti in plastica.
I settori nei quali è stata riscontrata una maggiore domanda riguardano l’ambito sanitario, la cosmesi e i detersivi, seguiti da packaging, elettronica e tessuti.
Sempre più realtà industriali e commerciali hanno finalmente compreso come solo grazie al progresso tecnologico si possa giocare un ruolo strategico nella riduzione dei rifiuti in plastica, a tutto vantaggio anche dell’economia, senza dimenticare il positivo impatto su acquirenti e consumatori.
Che l’Europa sia tra i principali innovatori del settore è un segnale importante, di cui attendiamo fiduciosi gli sviluppi futuri.
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