Un’economia che si rigenera da sola portando vantaggi all’uomo e benefici all’ambiente, riducendo gli sprechi e limitando l’utilizzo di altre risorse
Se abbiamo a cuore la salute dell’ambiente in cui viviamo, non possiamo prescindere da un tema oggi più che mai fondamentale: l’economia circolare.
Ma che cos’è l’economia circolare?
Per definirla vogliamo usare le parole semplici ed efficaci della Ellen MacArthur Foundation, che si impegna per portare avanti opportunità legate proprio alla circular economy: “si tratta di un’economia pensata per potersi rigenerare da sola”. È dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi e soprattutto limitando l’utilizzo di ulteriori risorse ambientali.
Si differenzia dal processo definito di Economia Lineare, nel quale invece le materie prime sono estratte esclusivamente dalla natura e utilizzate per produrre beni e servizi che vengono consumati e alla fine eliminati come rifiuti.
A conti fatti, l’economia circolare conviene?
Sembra proprio di sì, a giudicare da quanto è emerso dal bilancio della Commissione Europea sui risultati del pacchetto ambientale per l’economia circolare. Sono stati infatti generati 147 miliardi di euro di valore, esattamente otto volte rispetto all’investimento iniziale di circa 17,5 miliardi, senza contare che l’economia circolare ha impiegato più di quattro milioni di lavoratori solo nel 2016.
Obiettivo importante del pacchetto è riuscire ad affrontare tutte le singole fasi di vita del prodotto: realizzazione, consumo e utilizzo, smaltimento e mercato delle materie prime secondarie. Con un occhio di riguardo verso la circolarità nel settore delle materie plastiche, anche grazie alla nascita di tecnologie sempre più efficaci e innovative, incoraggiando lo sviluppo sostenibile e generando ulteriori nuovi posti di lavoro.
La Commissione ha fissato inoltre una percentuale di plastica riciclata che dovrà essere obbligatoriamente utilizzata per produrre tutte le bottiglie in PET, puntando alla raccolta del 90% delle bottiglie in plastica entro il 2029 e introducendo particolari obblighi per la raccolta differenziata, fino a raggiungere un traguardo davvero grande: arrivare a recuperare il 60% dei rifiuti.
In tutto questo è proprio l’Italia a giocare un ruolo di primaria importanza, risultando una delle prime economie verdi dell’Unione Europea, grazie al miglioramento dell’eco-efficienza nelle materie prime, nei consumi energetici, nella produzione di rifiuti e nelle emissioni atmosferiche, come dichiara il rapporto GreenItaly 2018.
Ma non basta: secondo un recente articolo del Sole 24 ore, “bisogna far crescere la domanda di prodotti riciclati e dotare l’Italia di impianti di riciclo.” È quanto emerge dallo studio Economia circolare, il ruolo dell’industria italiana. Confindustria e Ministero dell’Ambiente sono d’accordo nel delineare un percorso comune verso una sempre maggiore sostenibilità, che parte anche dalla semplificazione normativa: “Il sistema produttivo è pronto a dare il proprio contributo ma è necessario poter contare su un contesto normativo, tecnologico ed economico che sia di supporto e non di ostacolo al raggiungimento di tali obiettivi.”
Altro passo avanti importante è l’Alleanza Circolare per la Plastica – Circular Plastics Alliance –, un’iniziativa che mira proprio a facilitare il divario tra offerta e domanda di prodotti in plastica riciclata, migliorare la qualità del materiale riciclato e arrivare a 10 milioni di tonnellate di plastica riciclata entro il 2025. Grazie alla Circular Plastics Alliance più di 100 aziende firmatarie si sono impegnate a utilizzare plastica riciclata almeno per il 60% dei prodotti che realizzano.
E noi, cosa possiamo fare se non migliorare il nostro atteggiamento al momento dell’acquisto e scegliere prodotti con un packaging riciclabile? Tutti insieme possiamo contribuire al raggiungimento degli obiettivi fondamentali dell’Economia Circolare per il bene dell’ambiente in cui viviamo, la cui salute dipende anche da noi e dalle nostre scelte.